lunedì 6 settembre 2010

01. dalla PICKWICK

Diverse stagioni fa, la Pickwick Colour Group S.r.l. di Diego Barbaresi e Marco Nicolini annoverava QUESTA grafica tra le tante di una sua collezione. Non che l'alce sia, di per se stessa, la più originale delle trovate (essendo il simbolo della Abercrombie & Fitch) ma possiamo sostenere con certezza che fosse comunque una grafica realizzata appositamente per il loro brand, riprodotta nei capi, arrivata nei negozi:


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Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, ma tanto la Pickwick oramai non esiste più!".
E' vero. Così come è anche vero che però esistono ancora le sue licenze in corso.
Il Gruppo Cartorama - per fare un esempio - che produce tuttora (su regolare licenza) le linee scuola della Pickwick, utilizzò la STESSA grafica in una sua borsa da uomo. Questa:


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Ipotizziamo allora un brand di abbigliamento giovanile la cui identità - per non rischiare sul mercato - sia "la somma delle identità degli altri" (cioè della concorrenza) e ipotizziamolo rivolto ad un target dozzinale di coatti + bori, inventando addirittura un ipotetico nome che suoni come la somma dei due aggettivi: COATBORO
A questo punto non resterebbe che COPIARE (per l'azienda) o RICICLARE (per un grafico che ci lavora) le grafiche degli altri, come per l'appunto della storica Pickwick. Ed ecco che salterebbe nuovamente fuori l'immancabile alce, perchè nel frattempo la Abercrombie non è mica passata di moda! Cambiando qualche piccolo elemento qua e là, qualche colore, utilizzando magari un paio di font come Loki Cola (poveri noi!) + Marketing Script (cioè guarda caso lo stesso font della grafica originale della Pickwick) + un pizzico di Arial (che non guasta mai), ne potrebbe risultare una cosa del genere:


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Ora immaginiamo (sempre ipoteticamente) di trovare una grafica del genere nei negozi - su magliette e felpe - nella collezione autunno/inverno 2010. Capite? Aldilà del fatto che un capo del genere - se esistesse - non andrebbe nemmeno acquistato per il palese plagio che lo caratterizza (ad opera di un grafico troppo furbo o troppo pigro, che in pratica verrebbe pagato due volte per lo stesso lavoro, con la STESSA alce!)... immaginiamolo realmente nei negozi da settembre: non sarebbe interessante scoprire cosa potrebbero pensare al riguardo i vecchi titolari della Pickwick (facilmente contattabili, visto che operano tuttora nel settore abbigliamento) se non anche le attuali dirigenze di chi ne detiene la proprietà o addirittura della Cartorama stessa? E ancora: scoprire cosa avrebbero da dire in merito i loro rispettivi rappresentanti legali?

Meno male che questa ipotetica Coatboro sia solamente una marca di finzione, allora. Perchè altrimenti riuscirei addirittura ad immaginarne un titolare che - rivolgendosi ai suoi grafici creativi - li soporiferebbe con deliri quoitidiani del tipo: "Noi siamo gli unici in Italia che ancora facciamo vera grafica!!! E' per questo che gli altri ci copiano". Si, certo: a via Sannio! ;)


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